L’occasione per rendere omaggio a questo artista, alla sua opera e alle sue frequentazioni culturali, prende corpo due anni fa per volontà della Fondazione, istituita dall’artista stesso, per celebrare i suoi novantanni con una serie di mostre a livello internazionale. Dopo Parigi, Rio de Janeiro e Lisbona e Roma, Venezia rende omaggio a questo incredibile e poliedrico artista.
La mostra espone un percorso che inquadra il lavoro di Nadir Afonso partendo dalle opere legate al periodo che va dagli anni quaranta agli anni sessanta fino ad arrivare ai quadri più recenti che interpretano il tema della città e la sua visione cromatica.
La prima parte dell’esposizione presenta le opere più legate alla fase Surrealista dei primi anni 40, influenzata dal soggiorno dellartista a Parigi e dalla frequentazione e l’amicizia con gli artisti di quel Movimento, per procedere poi con il periodo pre-geometrico e barocco dei primi anni 50 che scaturisce dallesercizio dellarchitettura. Questi dipinti, spesso trattati con un gusto mordente nei diversi cromatismi, lasciano pensare a una soluzione Spazialista affidata più al gioco dello scambio tra toni e colori e ad un piacere personale dellartista che si diverte nell’invenzione dei piani prospettici. Ma anche qui, anche nel gioco della composizione, l’artista rinuncia allevasione marginale, agli schemi precostruiti, alle transitorie ideologie pittoriche per ritrovare il gusto di un rinnovato impegno che lo conduce verso l’espressionismo di un linguaggio assolutamente personale.
Ma il corpo centrale dellesposizione mira soprattutto a mettere in luce il lavoro contemporaneo dell’artista. Partendo dalla produzione degli ultimi dieci anni, le opere di Nadir Afonso trasmettono la forza di un segno innovativo che travalica gli schemi dei movimenti artistici, per esplorare un nuovo linguaggio delle forme.
Le città di Nadir Afonso si presentano come l’apparizione di unarchitettura in divenire e sembrano emergere da una realtà apparentemente cancellata e pur affiorante negli schemi di strutture diagonali, linee rette e poi ondulate nei differenti cromatismi, dove l’intimità raccolta della visione si espande alla ricerca di uno spazio nuovo, più ampio e organizzato.
Tra le numerose opere esposte l’artista presenta il suo omaggio a Venezia con tre dipinti realizzati nei differenti periodi: Le Grand Canal II del 1957 dove la prospettiva della veduta è distribuita in un gioco di forme che evocano lo skyline veneziano; Campos de San Zanipolo del 1965 che sviluppa il profilo delle architetture nel fascino dei cromatismi severi del blu e del nero e Procissão em Veneza del 2002 dove Piazza San Marco emerge come unapparizione dal gioco dei vorticismi cromatici. Ed è proprio in queste opere recenti che si rivela la forza e la determinazione dell’artista a proseguire una ricerca personale sulla riscoperta e l’applicazione di un nuovo linguaggio metafisico.
La mostra, realizzata in occasione della Biennale Architettura, inquadra anche la figura di Nadir Afonso architetto e mette in luce la sua collaborazione con due grandi protagonisti dell’architettura moderna internazionale: Le Corbusier e Oscar Niemeyer con i quali Nadir Afonso ha lavorato nel periodo degli anni quaranta e cinquanta, prima a Parigi e poi a Rio de Janeiro.
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