31
Jul12
Nadir Afonso, geometria e invenzione
Laura Afonso
12/7/2012
Nadir Afonso, geometria e invenzione
A Roma un’esposizione dedicata al pittore e architetto portoghese. In mostra i suoi dipinti, dall’esperienza surrealista all’astrattismo, e quelli di amici artisti, oltre ai progetti realizzati in collaborazione con Le Corbusier e Niemeyer
Nadir Afonso, Electra e Oreste, 1996, Guache sobre papel, 27,5x32,5 cm
Dal 18 luglio al 30 settembre, il Museo Carlo Bilotti di Roma rende omaggio al grande pittore, architetto e filosofo portoghese Nadir Afonso, nato a Chaves nel dicembre del 1920, con una mostra curata da Stefano Cecchetto. L’esposizione ha preso forma due anni fa in occasione dei novant’anni di Nadir Afonso, che sono stati celebrati dalla Fondazione istituita dall’artista stesso, attraverso l’ideazione delle rassegne da presentare a Parigi, Rio de Janeiro e Lisbona: in Italia le tappe saranno due; dopo Roma, seguirà la presentazione a Venezia, in occasione della Biennale di Architettura, che approfondirà la figura di Nadir Afonso quale architetto e artista, nonché le sue collaborazioni con Le Corbusier e Oscar Niemeyer.
Come sottolineato dal titolo stesso dell’esposizione, “Nadir Afonso. Architetto, pittore e collezionista”, la rassegna non guarda solo alla produzione pittorica dell’artista portoghese, ma anche all’attività di collezionista, esponendo anche opere degli amici artisti con i quali ha lavorato, conosciuti durante i soggiorni in Brasile e Francia: difatti, dopo la formazione presso l’Accademia di Belle Arti a Oporto, si trasferì a Parigi, divenendo amico e collaboratore di Le Corbusier, con il quale lavorò dal 1946 al 1951, e quindi a Rio de Janeiro, al seguito di Oscar Niemeyer, con cui collaborò tre anni, conoscendo, inoltre, l’artista italo-brasiliano Candido Portinari. Nel 1954, l’artista tornò nella Ville Lumière dove partecipò a numerose mostre di pittura alla galleria Denise René, conoscendo Pablo Ricasso, Max Ernst, Giorgio de Chirico, Max Jacob, Fernand Leger e molte altre illustri personalità dell’epoca.
Nelle sale del Museo Carlo Bilotti, l’itinerario espositivo ricrea l’atmosfera di fervore del secondo Novecento, periodo in cui la confluenza tra i generi e lo scambio intellettuale fu certamente il motore di importanti innovazioni in campo artistico. Lo stesso Nadir prese parte al dibattito sull’estetica dell’arte, pubblicando diversi libri, quali Les Mécanismes de la Création Artistique, La Sensibilité Plastique, Aesthetic Synthesis, Le Sens de L’Art, Universo e o Pensamento, The arts: erroneous beliefs and false criticisms, Nadir Face to Face with Einstein.
Il percorso rende visibili le opere di alcuni degli artisti che facevano parte dell’entourage di Afonso, quali Pablo Picasso, Max Ernst, Candido Portinari, Giorgio de Chirico, Max Jacob, Fernand Legér. In particolare, le opere scelte richiamano il clima barocco della città e della poetica metafisica, in quanto vogliono approfondire la lezione dechirichiana che ha molto influenzato l’espressionismo dell’artista: Nadir Afonso partiva, difatti, dall’esperienza surrealista, dopo il periodo barocco che, arriva fino alle ricerche pittoriche dell’amico Giorgio de Chirico, per giungere poi all’astrattismo e concentrare le sue ricerche su rigorose costruzioni geometriche che rimandano allo spazialismo e al costruttivismo degli anni Sessanta fino all’esperienza di artisti quali Victor Vasarely, Richard Mortensen, Auguste Herbin e André Bloc.
In particolar modo, l’itinerario mette in rilievo il lavoro contemporaneo dell’artista e la produzione degli ultimi dieci anni, presentando, tra le altre opere, Florença del 2006, Kuala Lumpur del 2008, Toronto del 2007, e Citade Incerta del 2010, in cui l’artista esplora un nuovo linguaggio delle forme, attraverso l’apparizione di un’architettura in divenire, tra linee rette e ondulate dagli accesi cromatismi.